Flashback 125 BN – Monte Verità

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Il flashback 125 BN di questo mese parla della fondazione dell’innovativa comunità «Monte Verità», che si proneva di mostrare alla società una terza via, di natura spiriturale, alla scoperta di sé. Le due vie già percorse sono il capitalismo e il comunismo.

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Hannes Binder: Icosaedro. Incisione finta © Hannes Binder. (Riproduzione tratta da: Wachtmeister Studer im Tessin. Eine Fiktion, Gümligen: Zytglogge-Verlag Bern 1996)
© ASL: Archiv Hannes Binder

Il Monte Verità e la Biblioteca Nazionale svizzera hanno la stessa età. Per noi i tempi erano maturi: dovevamo nascere come istituzione. Siamo aperti a tutti. Ogni persona viene da noi alla ricerca di qualcos’altro. Ognuna vede in noi qualcosa di diverso. Siamo una calamita che attira le persone. Alcuni vogliono lavorare o rilassarsi indisturbati, altri vogliono trovare la felicità. Alcuni cercano fonti di utopie e storie, altri statistiche e numeri. C’è chi viene esclusivamente per un caffè o un pranzo, e chi vuole condividere il proprio punto di vista. Altri vogliono vedere o farsi vedere. Dal punto di vista architettonico ci assomigliamo: sia la Biblioteca nazionale svizzera che l’hotel Monte Verità incarnano la nuova architettura, il Bauhaus. Entrambi creano spazio per ampliare gli orizzonti, apprezzano diversi sistemi di valori, offrono luce e calore.

Campo libero alla sperimentazione

Il Monte Verità, invece, è rurale. La sua comunità ritorna alla natura. Vive in modo alternativo, vegano, senza droghe. È un melting pot internazionale, un conglomerato di teosofi, illuminati, anarchici, nazionalsocialisti, danzatori, euritmisti, giardinieri, nudisti, scopritori della libertà sessuale, bohémien, scrittori, mecenati, predicatori, psicologi, portatori di nuovi visione politiche, idealisti illuminati dal femminismo e fautori di riforme ortografiche con uno sguardo acuto sulla politica, rifugiati dalle guerre e dalle rivoluzioni, dadaisti, colonialisti, nobili, persone interessate al denaro e riformatori. Ciò che conta è realizzare se stessi. Chi realizza se stesso è libero e fa del mondo un mondo migliore.

Molto è già stato detto e fatto sul Monte Verità. In principio era il richiamo del sud paradisiaco e del sole. Il terreno era stato preparato: Bakunin era a Minusio con il suo entourage anarchico già dal 1873. In principio era anche la combinazione di denaro e spirito, incarnata dal belga Henri Oedenkoven, figlio di industriali e uomo di mondo, dalla musicista femminista Ida Hoffmann e dall’anticonformista di ispirazione paleocristiana Karl Gräser con il fratello Gusto. I fondatori si erano conosciuti in Austria nella casa di cura del «dottore del sole», il medico naturopata svizzero Arnold Rikli.

Le idee del Monte Verità hanno un effetto ambivalente sulle persone dei giorni nostri: attraenti e rivoltanti allo stesso tempo, sono ben lungi dal lasciare indifferenti. Il Monte Verità è un fenomeno aristocratico, una rivoluzione dall’alto.

Innovative sono state le idee di Ida Hofmann sulla parità dei diritti tra uomini e donne. Il corpo umano è stato liberato dal corsetto. Gli è stato dato spazio e aria, anche con gli abiti della riforma.E innovativa era anche l’idea di una vita sana, con un’alimentazione vegana, senza droghe, la terapia della luce, il movimento, la danza e la realizzazione di sé.

Interessanti erano le idee politiche non convenzionali, lontane dal conformismo, a favore di forme di unione alternative e del matrimonio libero. La trasformazione della società doveva essere realizzata qui.Innovativa era l’ortografia di questo movimento di riforma: bisognava scrivere come si parla: «Chi inciampa su una sillaba dovrebbe guardare meglio dove mette i piedi».

Attorno al Monte Verità sorse un vicinato innovativo e internazionale, in particolare Casa Gabriella, dove Olga Fröbe-Kapteyn creò un centro dedicato a Carl Gustav Jung e organizzava i Colloqui di Eranos, così come il santuario clarista Elisarion, dove è esposto il panorama omoerotico «Il Chiaro Mondo dei Beati» dell’artista Elisar von Kuppfer.

Il Monte Verità affascinava gli artisti di tutti i paesi, che qui potevano esprimersi liberamente e senza censure.

Le contraddizioni fra gli obiettivi incongruenti dei fondatori minarono le fondamenta del progetto: predicare la vita semplice e installare per prima cosa un sistema di riscaldamento nella Casa Anatta, glorificare l’autosufficienza alimentare e mangiare noci del Brasile, lottare per una società anticonformista e fare soldi con gli ospiti delle terme. Dopo la lucrativa vendita della proprietà del Monte Verità, gli Oedenkoven emigrarono in Brasile con l’intenzione di creare una nuova, genuina comunità. Oggi, i prodotti vegani sono sugli scaffali della grande distribuzione – la terza via è stata incorporata, molte idee allora innovative sono diventate compatibili con il sistema e sono state commercializzate.

Dal rifiuto all’integrazione nella società

L’eco del Monte Verità sui quotidiani dimostra che tutti hanno detto la loro sul Monte Verità, dagli ospiti delle terme, ai giornalisti, alla polizia. Già nel 1907 Henri Oedenkoven era descritto sul Nouvelliste Valaisan come il fondatore di una setta e non poté far altro che rispondere alla stampa per prendere le distanze dai gruppi radicali che gravitavano nella zona. Dopo ogni omicidio, dopo ogni misfatto nei suoi dintorni, si parlava del Monte Verità. Dopo le diffamazioni dei primi tempi, per anni l’attenzione si è concentrata sui sospetti in merito a una vendita dell’immobile Monte Verità, che fu effettivamente venduto nel 1926 al banchiere e mecenate Eduard von der Heydt. Nel 1948 un tribunale militare assolse il barone von der Heydt dall’accusa di spionaggio. Tuttavia, istituzioni come il Museo Rietberg, da lui generosamente finanziato, ed esperti di altri musei hanno indagato per anni su quale fosse stata la funzione di von der Heydt durante la Seconda Guerra Mondiale (vedi: Wuppertal Museum, Symposium). Eduard von der Heydt ha lasciato in eredità il Monte Verità al Canton Ticino.

Tra gli anni Cinquanta e Novanta il Canton Ticino, in collaborazione con il Politecnico di Zurigo, ha trasformato il Monte Verità in un centro seminariale. Inoltre, nel 1978 Harald Szeemann ha fissato le idee visionarie del Monte Verità nella memoria della Svizzera con la sua mostra itinerante «Monte Verità: le mammelle della verità».Oggi l’intera struttura è affidata alla Fondazione Monte Verità, che gestisce l’Historic Hotel, il Centro Congressi, gli eventi, le mostre e la Casa del tè.

Monte Monescia, la verde collina su cui un tempo nessuno voleva vivere, è stata dalla fine dell’Ottocento in poi uno spazio di proiezione e riflessione per persone alla ricerca di ogni genere di cosa. 

Ultima modifica 29.07.2020

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