Alla ricerca dell’artista dei gufi

Quale memoria della Svizzera, la BN colleziona, cataloga, conserva e rende accessibili anche pubblicazioni sull’arte svizzera. È quindi il luogo ideale per mettersi alla ricerca del famoso «artista dei gufi», lo svizzero Celestino Piatti. Molti dei libri e dei manifesti da lui illustati sono infatti conservati alla BN, oltre a diverse pubblicazioni sulla sua vita e la sua opera.

Due gufi dai grandi occhi rossi sbirciano attraverso la fessura di un muro di pietra grigio.
Illustrazione tratta dal libro «I gufi felici» di Celestino Piatti, 1993
© NordSüd Verlag AG, Zürich/Schweiz

Spessi contorni neri, colori forti e il motivo ricorrente del gufo dai grandi occhi attenti: questi sono i tratti distintivi dello stile inconfondibile di Celestino Piatti, il cui centesimo anniversario cade proprio quest’anno. I primi gufi di Piatti sono entrati nelle stanze dei bambini nel 1963, anno in cui la casa editrice svizzera Artemis pubblica il suo libro illustrato «Eulenglück» (I gufi felici). Con gli occhi dei gufi l’artista ha creato un linguaggio visivo che è stato apprezzato in molte parti del mondo: dopo la versione francese «Bonheur des chouettes», pubblicata nel 1967, il libro è infatti stato tradotto in molte altre lingue. Ancora oggi i simpatici gufi di Piatti allietano bambini e adulti.

Gli occhi del gufo

Ritratto di un gufo con grandi occhi rossi e becco giallo.
Illustrazione tratta dal libro «Eulenglück» (I gufi felici) di Celestino Piatti, 1993
© NordSüd Verlag AG, Zürich/Schweiz

I gufi sono un motivo ricorrente nell’opera di Piatti: si ritrovano nei libri per bambini, nei manifesti, nelle stampe, nei dipinti e nelle opere d’arte commerciale. Ma perché i gufi lo affascinavano tanto? In un’intervista pubblicata dalla rivista Die Frau nel 1969 l’artista dice: «Questo animale mi è rimasto impresso, soprattutto per i suoi occhi. Quasi tutti i miei disegni hanno un occhio da qualche parte. Mi affascina e per me ha un significato importante». Nel 1992 rivela alla Schweizer Illustrierte che «si può disegnare il gufo mille volte, ma non si potrà mai carpire il suo segreto. Ha una faccia piatta che lo fa assomigliare molto a un essere umano. Si può mettere qualsiasi cosa nei suoi occhi: gioia, tristezza, dolore, solennità». Nell’arte di Piatti il gufo è un’immagine simbolica portatrice di mistero e di significato.

L’instancabile creatore

Celestino Piatti è nato cento anni fa, il 5 gennaio 1922, vicino a Dübendorf. Ha svolto un apprendistato come grafico a Zurigo e successivamente ha proseguito la sua formazione a Basilea, dove si è dedicato all’arte commerciale.

Piatti lavorava con la semplificazione e la riduzione. I contorni neri delle figure e le zone di colore ricordano la pittura su vetro. Il carattere simbolico della sua opera crea armonia tra espressione artistica e contenuto. Come l’artista afferma nell’intervista del 1992 alla Schweizer Illustrierte, «Il pensiero del simbolo ti costringe a una rappresentazione semplice, e i contorni rafforzano la semplicità. Uno stile semplice è sufficiente».

L’artista si è dedicato intensamente alla creazione di manifesti, che sono stati tra i primi lavori commissionati al suo atelier dal 1948 in poi. C’è sempre un motivo principale chiaro, ridotto al minimo, astratto. Sono frequenti i motivi animali, non di rado con caratteristiche umane. Anche nei manifesti compare la figura del gufo. Piatti ha creato oltre 500 manifesti pubblicitari, molti dei quali dedicati a temi umanitari o sociopolitici. Famose sono ad esempio le serie realizzate per le fiere Mustermesse e Comptoir suisse.

Il direttore artistico

Nel 1961 Celestino Piatti assume un compito per la vita: la neonata casa editrice tedesca Deutscher Taschenbuchverlag dtv gli affida la creazione della sua identità grafica e da quel momento in poi è lui a realizzare le copertine dei libri. Nei suoi trent’anni di carriera come direttore artistico alla dtv ha creato oltre 6000 copertine: caratteri neri, sfondo bianco e illustrazioni che suscitano interesse grazie alla loro struttura chiara, raffinata e funzionale. Nell’intervista alla Schweizer Illustrierte Piatti spiega così la sua strategia: «Usavo lo sfondo bianco perché volevo lasciare aperta ogni possibilità per l’illustrazione».

Piatti ha spaziato dai manifesti ai libri, ai fogli d’arte, passando per i francobolli o le illustrazioni per la rivista satirica Nebelspalter. Ha così dato vita a un’opera dalle molteplici sfaccettature. Il Gabinetto delle stampe della BN conserva un’ottantina di suoi manifesti, mentre nella collezione Helvetica si trovano libri da lui illustrati e pubblicazioni dedicate alla sua vita e al suo lavoro. Per immergersi nell’opera dell’«artista dei gufi» basta effettuare una ricerca nel catalogo HelveticAll. Celestino Piatti è deceduto nel dicembre del 2007, ma i suoi gufi vivranno ancora a lungo. 

Bibliografia e fonti

Ultima modifica 15.08.2022

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