Flashback 125 BN – La prima Festa nazionale svizzera

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Il flashback 125 BN di questo mese rivisita la prima Festa nazionale svizzera celebrata il 1° agosto 1891 e va alla scoperta di come questa festività è cambiata nel corso del tempo.

L’immagine mostra un foglio di calendario che indica il 1° agosto, giorno della Festa nazionale svizzera. Il bordo sinistro del foglio è leggermente bruciato e la fiamma divampa sullo sfondo nero, su cui è riportata in basso a sinistra la scritta «Prudenza con i fuochi d’artificio».
Prudenza con i fuochi d’artificio
© Jules Alex Käser

Quando il 1° agsto scoppiano i fuochi d’artificio, ardono i falò, si grigliano i cervelat, sventolano le bandiere e riecheggiano i discorsi sulle peculiarità culturali e le virtù politiche della Svizzera, non tutti i suoi cittadini e le sue cittadine sono d’accordo su cosa si stia festeggiando. Ad alcuni piace vedersi come i discendenti dei padri fondatori che, come vuole la leggenda, diedero origine alla Confederazione nel 1291. Altri, invece, arricciano il naso di fronte a queste trasfigurazioni mitologico-patriottiche e preferirebbero che la festa nazionale della Svizzera moderna e illuminata si celebrasse il 12 settembre, ricorrenza del giorno in cui, nel 1848, entrò in vigore la prima Costituzione federale liberale.

Una festa per l’Elvezia – ma dove e quando?

Quale sia la Festa nazionale ideale ha fatto discutere animatamente l’«indiviso Popolo di fratelli» decantato nel Guglielmo Tell di Schiller fin dalla sua prima celebrazione nel 1891. All’epoca erano in voga le feste per i centenari e il fatto che nel 1891 la Città di Berna avrebbe voluto far coincidere la festa per i settecento anni della sua fondazione con le celebrazioni per i seicento anni della Confederazione svizzera scatenò malumori soprattutto nei Cantoni cattolici. Molti cattolici, infatti, avevano ancora ben presente l’umiliazione subita nella guerra del Sonderbund e si sentivano trattati come cittadini di seconda classe sotto il dominio del governo liberale. L’idea che una festa per celebrare la fondazione della Confederazione si tenesse proprio nella città protestante sede del governo, lontano dai luoghi mitologici della Svizzera primitiva, fece infuocare gli animi. «Il popolo non capirebbe come, dopo anni di feroci combattimenti, si possa dimenticare tutto con una festa comune e un evviva», si leggeva il 4 gennaio 1890 sul quotidiano della Svizzera centrale Bote der Urschweiz. Alla fine i conservatori e i liberali si accordarono sulla Svizzera centrale come luogo di celebrazione della prima Festa nazionale svizzera il 1° agosto 1891. Ma questo compromesso non fu sufficiente per appianare tutte le differenze. Ora infatti le festività per il giuramento della fraterna alleanza rischiavano di andare a monte perché i Cantoni di Uri e di Svitto non erano d’accordo su come dovessero svolgersi le celebrazioni.

Oltre al luogo e al programma dei festeggiamenti, l’altro pomo della discordia era la data. Fino ad allora si era sempre considerato come atto di nascita della Svizzera il Giuramento del Grütli, avvenuto secondo gli scritti di Aegidius Tschudi l’8 novembre 1307, e non il Patto federale presumibilmente sottoscritto il 1° agosto 1291 e poi scomparso per secoli. Il 5 gennaio 1890, il quotidiano Landbote di Winterthur scriveva infatti: «Il 1° agosto 1291 non è affatto presente nell’animo e nella coscienza del Popolo svizzero come data di fondazione della Confederazione elvetica, ma dovrebbe esservi instillato artificialmente per poter celebrare le festività previste».È forse anche a causa delle difficoltà incontrate in occasione dei festeggiamenti per il seicentesimo anniversario della Svizzera che ci sono voluti quasi dieci anni prima che, nel 1899, il 1° agosto fosse istituzionalizzato come Festa nazionale svizzera a cadenza annuale.

Il significato delle leggende

Questi episodi dimostrano che i luoghi e le date della commemorazione collettiva sono in costante evoluzione e che la forma delle celebrazioni riflette gli interrogativi di un preciso momento storico. La sostituzione del mito del 1307 con quello del 1291 alla fine dell’Ottocento nacque dall’esigenza del giovane Stato federale di fondare la propria coesione interna su un atto di alleanza scritto e pressoché legale invece che su un giuramento informale e ribelle fra tre comunità cattoliche. In maniera del tutto analoga, oggi i sostenitori di una festa nazionale che ricordi la fondazione dello Stato federale nel 1848 vorrebbero sottolineare l’integrazione di regioni e persone diverse per lingua e cultura in una «Willensnation», una nazione per volontà i cui fondamenti vengono costantemente dibattuti e ridefiniti sulla base di principi liberali e trasparenti e il cui potenziale di integrazione è ancora ben lungi dall’esaurirsi.

I riformatori moderni sostengono che i miti di un tempo non hanno nulla a che vedere con i fatti storici e quindi la leggenda di Guglielmo Tell con i suoi giuramenti dovrebbe essere gettata nel cestino della storia svizzera. Ma per sua natura anche la rivendicazione di una commemorazione della nascita dello Stato moderno passa attraverso semplificazioni mitologiche dei fatti storici e una narrazione emozionale. La creazione di una storia identitaria va di pari passo con miti che riducono la complessità storica e quindi includono sempre qualcosa di inventato. In fin dei conti, ogni persona è libera di decidere se rivolgere lo sguardo al passato e come coltivare la memoria.

Il desiderio di rafforzare la coesione nazionale con l’aiuto di una narrazione mitologica è nel pieno spirito degli anni Novanta dell’Ottocento. Da questo «Zeitgeist» non nacque soltanto la Festa nazionale svizzera del 1° agosto (1891), ma anche la Biblioteca nazionale svizzera (1895). Le molteplici storie degli Svizzeri e sulla Svizzera dovevano essere tramandate alle generazioni future, che grazie alla conservazione di questo patrimonio culturale possono condurre una riflessione critica su queste storie nel contesto delle sfide e degli sforzi per creare la loro identità nazionale.

Bote der Urschweiz, 4. Januar 1980 (Signatur Zf 1084)

Winterthurer Landbote, 5. Januar 1890 (Signatur Zf 1186)

Ultima modifica 20.08.2020

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