Alla fine dell’anno da sempre si è soliti volgere lo «sguardo al futuro». Nonostante la «stregoneria» fosse una pratica demoniaca condannata dalla Chiesa e dallo Stato, anche in Svizzera le donne esercitavano le «arti divinatorie». Alcuni atti della giustizia penale rivelano le motivazioni di queste donne «criminali» e dei loro persecutori.
«Dove stiamo andando?» Ci poniamo questa domanda esistenziale soprattutto all’inizio di un nuovo anno. I modi per scrutare il futuro sono molteplici e si possono distinguere almeno in quattro categorie: la pianificazione, la previsione, la divinazione e la profezia.
Quando pianifichiamo tendiamo a perpetuare intenzioni e modelli comportamentali noti, nel tentativo di piegare il corso del tempo alla nostra volontà. Tuttavia, soprattutto durante una pandemia ci rendiamo conto che spesso le cose vanno in modo diverso da quanto previsto.
Nel formulare una previsione ci basiamo su esperienze pregresse per dedurre un’evoluzione futura. Questo metodo, fondato su leggi e calcoli di probabilità, si applica in campo assicurativo, nelle previsioni meteorologiche e climatiche, nelle analisi prospettive delle quotazioni borsistiche e in altri ambiti.
Con la divinazione sin dall’antichità si cerca di interpretare i fenomeni naturali: ad esempio il volo degli uccelli, le interiora di un animale offerto in sacrificio, i tarocchi, il passaggio delle comete. Per predire il futuro, colui o colei che esercita l’arte divinatoria instaura un rapporto meditativo con l’ambiente circostante.
A differenza della divinazione, nella profezia si parte dal presupposto che esista un’entità spirituale soprannaturale. In questo caso il profeta o la profetessa riceve e annuncia i messaggi o gli oracoli di una divinità, di uno spirito o di un sogno.
Aspetti storico-sociali delle arti divinatorie
Per «funzionare» tutti i metodi qui descritti hanno bisogno di un pubblico che li consideri plausibili. Dal punto di vista storico-culturale, si osserva la coesistenza di vari metodi e la presenza anche di forme miste. Nelle società moderne, caratterizzate da un approccio scientifico, le prime due modalità di predizione riscuotono un grande successo. Il passaggio dalla bacchetta magica o dal pastorale al pensiero critico ha richiesto tuttavia un lungo processo iniziato con l’Illuminismo e non ancora concluso.
Con la pubblicazione nel 1486 del «Malleus maleficarum» (Il martello delle streghe) di Heinrich Kramer, la persecuzione arbitraria dei «veggenti» e di altre persone invise alla società raggiunse in Europa una nuova dimensione. A farne le spese furono soprattutto le eredi di Cassandra e Sibilla, come rivelano le storie di molte donne vissute in Svizzera, spesso definite «veggenti» negli atti processuali.
Le veggenti svizzere
Una Instructio dell’Inquisizione datata 25 novembre 1635 stabilisce che la pratica delle arti divinatorie non presuppone necessariamente la devozione formale al «maligno». Grazie a questo presupposto favorevole, alcune semplici veggenti hanno avuto salva la vita perdendo unicamente il diritto di residenza.
Nel 1531, a Lostorf (SO) una veggente fu incarcerata con l’accusa di stregoneria. Il Consiglio decise di rilasciarla a condizione che non fosse un mostro e stabilì che, in seguito a un giuramento, sarebbe stata bandita dal baliaggio. Non subì probabilmente altre pene, dato che non si seppe più nulla di lei.
Maggio 1643: Maria Magdalena Weltzin, figlia dello scoltetto di Meyenen, ricamatrice di seta e veggente, avrebbe praticato la magia nella locanda di Neuendorf (SO). Fu bandita dalla città e dal Paese con un giuramento.
Il 31 agosto 1801 padre Raillardavviò un’indagine a Sankt Alban nei confronti di una veggente accusata di gestire un’attività di cartomanzia con un cospicuo numero di clienti. Essendo questa attività pregiudizievole per l’ordine morale, il sacerdote chiese dei chiarimenti.
Nel 1814 a Basilea si svolse un’indagine nei confronti della cartomante Maria Magdalena Meyer di Oberstrass, Cantone di Zurigo. 40 anni, separata e con un figlio illegittimo, di lei si diceva che sapesse predire il futuro dalle uova.
Nella sentenza (Riehen 1838) contro Salomea Ehrler, denunciata dal gendarme locale, la cartomante venne giudicata «innocente». Ciò nonostante, la donna venne bandita dal Cantone.
Un procedimento venne avviato nei confronti di Marianne Katharina Lang, una cartomante che aveva soggiornato illegalmente a Basilea e, in occasione dell’ultima fiera cittadina, aveva letto le carte a otto ragazze spillando loro 30 centesimi ciascuna.
Karl Christian Ischer, maestro di latino a Thun, si lamentava nello «Zirkularbuch» (1823-1826) che anche le persone della cosiddetta buona società ogni tanto si rivolgevano alle veggenti.
Il vicario Kramer di Thierachern riferì nello stesso giornale che una donna sul letto di morte gli aveva detto di aver creduto alla profezia di una veggente secondo la quale suo marito sarebbe morto prima di lei e lei si sarebbe risposata. La donna avrebbe fatto appena in tempo a farsi leggere l’ultima preghiera.
Intorno al 1949, l’insegnante Greter di Rothenburg, nel Cantone di Lucerna, notò che ancora tante persone credevano in cartomanti e veggenti: «Quando a una fiera di paese una persona afferma di saper leggere il futuro, molti della nostra comunità sacrificano i loro denari a questo inganno».
Veggenza 2.0
Chi vuole farsi predire in modo completamente automatico guadagni facili, cieli sempre sereni e splendide annate può farsi sedurre dalle doti divinatorie del «Le grand magicien». Il mago in questione è un automa realizzato dagli svizzeri Jean-David e Julien-Auguste Maillardet, esposto al Musée international d’horlogerie di La Chaux-de-Fonds. Si tratta di un’opera meccanica di alta precisione risalente al Settecento.
Bibliografia e fonti
Ultima modifica 17.01.2022
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