Flashback 125 BN – Gli inizi dell'anarchismo in Svizzera

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Oggi la valle di Saint-Imier è conosciuta soprattutto per l’industria orologiera, il parco eolico, quello fotovoltaico e il cioccolato, un po’ meno per essere stata la culla della Fédération jurassienne, prima espressione dell’anarchismo in Svizzera, scomparsa poco prima della fondazione della Biblioteca nazionale svizzera nel 1895.

Uomo con gambe e piedi corazzati e un enorme guanciale attaccato dietro; con il braccio destro porta un cannone e una spada, con quello sinistro un materasso a mo’ di scudo; sulla sua testa troneggia una chiocciola gigante e il naso sfocia in una specie di tromba che serve a richiamare l’attenzione degli anarchici.
Caricatura pubblicata nel 1884 nel settimanale Nebelspalter
«Per precauzione. Visto che abbiamo più volte notato che gli anarchici scelgono la Svizzera come focolaio delle proprie agitazioni e sede dei preparativi, un simile costume è consigliato a tutti i cittadini».
© Nebelspalter anno 70., fascicolo 41, 5. ottobre 1944, pagine 51, Fritz Boscovits

Nella seconda parte dell’Ottocento, con la rivoluzione industriale al culmine, emerge una nuova classe sociale, cosiddetta operaia, che comincia a organizzarsi per difendere i propri interessi, soprattutto istituendo corporazioni e casse di mutuo soccorso.

Nel 1864 i militanti di diversi Paesi europei fondano a Londra l’Associazione internazionale dei lavoratori (AIL), detta anche prima Internazionale. Guidata da Karl Marx, mira a riunire i lavoratori contro le classi dominanti e annovera nelle proprie fila esponenti di diverse correnti politiche. Diverse sezioni dell’AIL sono istituite un po’ dappertutto in Svizzera, in particolar modo dove è concentrata l’industria orologiera (montagne neocastellane, Giura, Ginevra ecc.).

La Fédération jurassienne nasce dal confronto di due correnti: da un lato quella capeggiata da Karl Marx, membro del Consiglio generale (esecutivo dell’AIL), comunista, sostenitore di uno Stato centralizzato; dall’altro quella di Michail Bakunin, che difende invece una linea antiautoritaria (distruzione e smantellamento dello Stato) nell’ottica del collettivismo (condivisione degli strumenti di produzione). Le idee di quest’ultimo convincono i lavoratori dell’industria orologiera dell’Arco giurassiano. Al Congresso dell’Internazionale tenutosi a Basilea nel 1869 le divergenze tra le due fazioni si accentuano ulteriormente.

La caduta del Secondo Impero e l’instaurazione della Comune di Parigi nel 1871 galvanizzano i membri dell’AIL, convinti che sia arrivata l’ora della rivoluzione proletaria. Seguono una grande disillusione e forti repressioni dei movimenti operai in tutta Europa. 

È in questo contesto di agitazioni che il 12 novembre 1871 si costituisce a Sonvilier – nella valle di Saint-Imier – la Fédération jurassienne, movimento antiautoritario anarchico (dal greco anarkhia = assenza di un capo). Rifiutando di far parte degli organi politici (che favoriscono la borghesia), chiede a gran voce che al produttore vada il prodotto integrale del suo lavoro. Il suo organo di propaganda è il bollettino, diretto da James Guillaume.

Al Congresso dell’Aia del 1872 si consuma la rottura ufficiale tra i marxisti e coloro che ormai si definiscono anarchici. Subito dopo, sempre nel settembre del 1872, è convocato a Saint-Imier un nuovo congresso della corrente bakuninista, di cui si fa eco il bollettino. In particolare le seguenti tre dichiarazioni riassumono il pensiero politico degli anarchici:

« […] Il Congresso riunito a Saint-Imier dichiara:
1. Che la distruzione di ogni potere politico è il primo dovere del proletariato.
2. Che l’organizzazione di qualsiasi potere politico che si dichiara provvisorio e rivoluzionario per conseguire la distruzione dello stesso potere politico non può essere altro che l’ennesimo inganno e per il proletariato sarebbe cosa del tutto pericolosa quanto tutti i governi attualmente esistenti.
3. Che, rifiutando qualsiasi compromesso per arrivare alla realizzazione della Rivoluzione sociale, i proletari di tutti i paesi devono mettere in atto, al di fuori di qualsiasi politica borghese, la solidarietà dell’azione rivoluzionaria». (Bollettino della Fédération jurassienne, n. 17/18)

All’inizio i membri della Fédération jurassienne sono ben lontani dal cliché dell’anarchico violento e fuorilegge. I militanti si riuniscono in un ambiente studioso e pacato. Tra di loro si distingue Adhémar Schwitzguébel, un uomo dalla condotta quasi ascetica, che accresce la determinazione e la serietà del movimento.

Negli anni successivi le sezioni della Fédération continuano a crescere, portando avanti attività sindacali e di diffusione delle idee anarchiche.

Nel 1876 il Congresso di Berna decide di intensificare le azioni di propaganda, che si traducono infine in manifestazioni violente. Le attività di difesa dei diritti della classe operaia passano sempre più in secondo piano rispetto alla propaganda ideologica. Di fronte alle proprie difficoltà economiche, gli operai dell’industria orologiera cominciano ad abbandonare il movimento. Senza di loro, intorno al 1881, scompare anche la Fédération jurassienne in quanto tale. Restano soltanto alcuni gruppi anarchici che organizzano attentati e rivolte in tutto il Paese.

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Ultima modifica 14.12.2020

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