Ogni anno, a maggio, la maggior parte delle piscine all’aperto della città di Berna si riempie d’acqua, dando ufficialmente inizio alla stagione balneare. Migliaia di persone preferiscono però rinfrescarsi nell’Aare, nelle zone di Marzili e della Lorraine. Un motivo sufficiente per dare uno sguardo alla storia di questa tradizione gioiosa ma non priva di pericoli.
Da secoli le persone si concedono piacevoli nuotate nei fiumi svizzeri come l’Aare o il Reno. Nella città di Berna ciò è vero almeno dal 1721, quando i giovani trovarono il luogo perfetto per rinfrescarsi nel ramo laterale dell’Aare, che scorreva dove oggi si trovano le piscine di Marzili e dove la corrente era meno forte. Il tratto superiore, meno profondo, era chiamato «Bubenseeli» (laghetto dei bambini), quello inferiore, più profondo, «Studentenseeli» (laghetto degli studenti). Purtroppo, non si conoscono fonti che testimonino la presenza di nuotatrici donne. Nonostante i nomi con cui erano conosciuti i bagni, il nuoto qui era comunque praticato da persone di tutte le classi sociali.
Dai documenti dell’epoca emerge che alla fine del Settecento, durante le belle giornate estive il tratto dell’Aare tra Elfenau e la penisola di Enge si trasformava in un unico grande stabilimento balneare, dove uomini (e donne!) si riversavano per nuotare, purtroppo anche in zone pericolose. Si scopre anche che la sera persone di entrambi i sessi si incontravano nella parte bassa della città, nei pressi del cosiddetto Längmuur, suscitando il disappunto dei morigerati abitanti della zona. Altrettanto scandaloso era considerato il fatto che molte persone si spogliassero in pubblico per cambiarsi.
La «cultura dell’Aare» come questione politica
Queste vicende spiegano perché il governo di Berna decide nello stesso periodo di introdurre misure contro il degrado morale e a favore di una balneazione più sicura. Il nuoto nell’Aare è autorizzato in sole tre zone della città: Marzili, Dalmazi ed Enge, e successivamente vietato esplicitamente nel quartiere Matte e nei pressi del Längmuur.
Poco a poco la popolazione inizia ad avvertire l’esigenza di un bagno pubblico gratuito. Ne esistevano già di riscaldati e nel 1822 era stata inaugurata anche una piscina all’aperto con una vasca fresca, ma all’epoca erano tutti a pagamento.
Corsi per nuotare nell’Aare in sicurezza
I progetti per la costruzione di un nuovo bagno hanno sempre riguardato la zona di Marzili. Le persone proprietarie delle due particelle in cui era suddivisa la piccola isola tra i due rami del fiume si oppongono però per decenni all’uso esclusivo della superficie come zona balneare, al punto che il governo di Berna è costretto ad adire le vie legali affinché la popolazione possa godere dei tradizionali diritti di balneazione. Nel Novecento la Città riesce finalmente ad acquisire le due particelle e un terreno sulla riva ovest dell’Aare.
In questa zona prende forma gradualmente il Marzili che conosciamo oggi, con le sue piscine all’aperto. Fino al 1968 è possibile nuotare non solo nel ramo principale del fiume, ma anche in quello laterale, poi in gran parte colmato per realizzare le vasche attuali. Al Marzili e nella piscina della Lorraine costruita nel 1892 i ragazzi e le ragazze imparavano a nuotare e si preparavano al popolare bagno nell’Aare vero e proprio. Alla luce dei numerosi incidenti mortali avvenuti nei fiumi e nei laghi, nel 1933 un gruppo di primi soccorritori fonda la Società Svizzera di Salvataggio (SSS), che da allora si impegna attivamente per la sicurezza nei fiumi e nei laghi.
I numerosi parallelismi nella «cultura dell’Aare» di ieri e di oggi
Dal confronto tra passato e presente emerge una grande continuità: da secoli le persone amano nuotare nell’Aare e trascorrere del tempo lungo le sue sponde per godersi un bagno rinfrescante o una fuga dalla quotidianità, in gruppo o da sole a stretto contatto con la natura.
Per quanto sia divertente, nuotare nei laghi e nei fiumi come l’Aare comporta da sempre anche un certo grado di pericolo, che può essere ridotto mantenendo un comportamento adeguato.
Il bagno nell’Aare a Berna è iscritto nella Lista delle tradizioni viventi in Svizzera. L’Ufficio federale della cultura ha elaborato una documentazione sull’argomento e l’ha pubblicata insieme alle note bibliografiche. Il sito Internet tradizioniviventi.ch offre una panoramica su questa usanza tipicamente svizzera.
Bibliografia e fonti
- Il bagno nell’Aare a Berna. In: Tradizioni viventi in Svizzera. Sito internet dell’Ufficio federale della cultura (UFC).
- Nuoto in acque vive: una peculiarità delle città svizzere. In: House of Switzerland. Sito internet del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
- Hans Morgenthaler, Das Marzili-Inseli und die Anfänge der Flussbadanstalt Bubenseeli in Bern. In: Archiv des Historischen Vereins des Kantons Bern, 1932, n. 1, pagg. 199–220.
- Peter Gygax. Marzili : Berner Welt am Aareufer. Münsingen–Berna: Fischer, 1991.
- Stephan Lackner. Das SLRG-Buch = Le livre SSS = Il libro SSS. Nottwil: Società Svizzera di Salvataggio SSS, 2008.
- Andreas Ruby, Shinohara Yuma. Swim City. Basilea: Christoph Merian Verlag, 2019.
- Articolo nella pubblicazione «Gemeinnützige Nachrichten» del 14 luglio 1804 su e-newspaperarchives.ch.
- Articolo nella pubblicazione Gemeinnützige Nachrichten del 22 agosto 1807 su e-newspaperarchives.ch.
- Pubblicazioni della Società Svizzera di Salvataggio (SSS) nel fondo della BN.
- Bollettino della sezione bernese della SSS dal 1962 al 2016.
- Foto: Walter Neeser: Bern, Marzilibad, 1931.06.30.
Ultima modifica 16.05.2024
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