
modernen Hauptsprachen, 1895
(foto: BN, Flurin Bertschinger)
Chi scrive e traduce si ritrova regolarmente su doppie pagine in cui la propria voce autoriale dialoga con parole da trasferire in un altro contesto linguistico. La polisemia, le metafore e le irregolarità linguistiche della letteratura pongono sfide particolari da affrontare come un’immersione delicata, cercando di rimanere credibilmente invisibili o – quanto meno – discreti. Una circospezione e una ricerca linguistica che può portare a un arricchimento della propria attività letteraria. Lo si nota, infatti, quando il processo di trasposizione di immagini e ritmi solletica la mente creativa, andando a influenzare la poetica di autrici e autori. Il pungolo può arrivare da una richiesta editoriale oppure nascere dalla sfida di allontanarsi dal raggio d’azione conosciuto e prediletto.
La traduzione può dunque diventare un intimo percorso verso qualcosa di nuovo, una via da attraversare e sulla quale conviene incamminarsi ben attrezzati: quali gli accorgimenti e i punti fermi? Quali gli equilibri? Quando fermarsi? Passim 34 lo ha chiesto ad autrici e autori che sono loro stessi letterariamente produttivi e che si sono confrontati con questi interrogativi nella loro funzione di interpreti poetici.
Oltre alle interviste e alle analisi puntuali degli studiosi, la consueta galleria tematica propone alcuni esempi dai risvolti sorprendenti.
Passim 34 | 2024 (PDF, 7 MB, 02.12.2024)Bulletin des Schweizerischen Literaturarchivs | Bulletin des Archives littéraires suisses | Bollettino dell’Archivio svizzero di letteratura | Bulletin da l’Archiv svizzer da litteratura
Ultima modifica 02.12.2024