Alla ricerca della tradizionale posa della prima pietra alla BN

In alcuni luoghi, un’antica tradizione vuole che, una volta completati gli scavi per la costruzione di un nuovo edificio, si organizzi una cerimonia solenne per la posa della prima pietra. Spesso la pietra nasconde una capsula del tempo con documenti dell’epoca da aprire solo dopo un lungo periodo, che a volte viene persino dimenticata.

L’iscrizione sulla lastra di pietra grigia venata commemora la posa della prima pietra da parte della consigliera federale Ruth Dreifuss il 18 luglio 1995.
Prima pietra commemorativa al piano -8 del magazzino sotterraneo est (foto: BN, Simon Schmid)

Dato che l’usanza è portata avanti in tutto il mondo dalla notte dei tempi, sorprende che un’istituzione della memoria come la Biblioteca nazionale svizzera (BN) sia ospitata in un edificio costruito tra il 1929 e il 1931 senza che vi sia stata la posa di una prima pietra. Una «mancanza» probabilmente dovuta al fatto che questa tradizione tutt’ora viva non era molto in voga agli albori del Movimento Moderno.

Recuperare il tempo perduto

Oltre 60 anni dopo, quando il magazzino originale (la cosiddetta torre dei libri) era già più che saturo, si decise di costruire un primo magazzino sotterraneo. Data l’immediata vicinanza degli scavi di fondazione all’edificio esistente, si rese necessario costruire un complesso sistema di sostegno con centinaia di tiranti di ancoraggio per stabilizzare i diaframmi. Fu quindi possibile asportare un ulteriore strato di terreno solo dopo aver posizionato i tiranti.

Nel luglio 1995 venne finalmente ultimato lo scavo di fondazione che, con i suoi 26 metri, era il più profondo e voluminoso mai realizzato nella Città di Berna. Giusto in tempo per festeggiare i primi 100 anni della Biblioteca nazionale svizzera: il momento per la posa della prima pietra era giunto.

Festeggiamenti…

L’immagine raffigura i quattro gradini più in basso della scala metallica di colore grigio scuro e la prima pietra. Le superfici vetrate dei gradini appaiono blu nell’obiettivo del fotografo.
Nel magazzino sotterraneo est una scala conduce al piano -8, dove si trova la prima pietra (foto: BN, Simon Schmid).

La cerimonia si tenne il 18 luglio 1995 con la partecipazione della consigliera federale Ruth Dreifuss, allora alla guida del Dipartimento federale dell’interno e quindi anche a capo della BN, che nel suo discorso parlò della missione attuale e futura della Biblioteca nazionale svizzera.

Diversamente dal solito, per la successiva parte «manuale» alla magistrata non diedero una cazzuola ma le affidarono il compito di creare l’incavo in cui posare la prima pietra. Ciò avvenne in maniera spettacolare senza uso di pala e piccone, dato che Kurt Moritz Gossenreiter, l’architetto coinvolto nella costruzione, ebbe l’idea stravagante di fissare una freccia in acciaio cromato di circa due metri al gancio della gru.

… col botto

Alla consigliera federale bastò premere un pulsante per far esplodere un fuoco d’artificio e far staccare la freccia, che si conficcò nel terreno. Il buco così creato si riempì di fumo nell’ilarità totale dei presenti, come ricorda il capoprogetto Horst Knaupp dell’allora Ufficio delle costruzioni federali (UCF). Oggi la freccia è conservata in una cassa di legno al piano più alto del magazzino sotterraneo est.

Nei resoconti della stampa sull’evento non passò inosservato il piede destro steccato di Ruth Dreifuss, che si era infatti rotta la caviglia a giugno durante la gita del Consiglio federale. Alla posa della prima pietra parteciparono tra gli altri David Streiff, direttore dell’Ufficio federale della cultura, Willy Treichler in veste di capoprogetto utenza, Paul Rieben del Centro di coordinamento delle costruzioni civili dell’Amministrazione federale delle finanze e rappresentanti degli studi di architettura «Andreas Furrer und Partner», Kurt Gossenreiter e «Schenker Stuber von Tscharner Architekten».

Il segreto sotto la lastra

Le prime pietre possono essere murate nelle fondamenta o nella base dell’edificio e rispuntare quindi solo al momento della sua demolizione. Altre volte vengono invece collocate in modo visibile nei muri. Quella nel magazzino sotterraneo est della BN è una lastra venata inserita nel pavimento in cui è incisa un’iscrizione in tedesco, che tradotta in italiano recita:

Posa della prima pietra
del 18 luglio 1995
dalla consigliera federale
Ruth Dreifuss

La lastra, racchiusa da una cornice in metallo, fa da coperchio alla capsula del tempo, che contiene alcuni dei documenti solitamente custoditi in questo tipo di oggetti: quotidiani coevi, piani di costruzione, una documentazione del progetto dell’UCF e una copia della pubblicazione in due volumi «Die Schweizerische Landesbibliothek in Bern. Renovation und Erweiterung 1994-2001 und Einweihung am 31. Oktober 1931 (Reprint)». Spetterà alle future generazioni decidere quando rimuovere questa lastra e aprire la capsula del tempo.

Bibliografia e fonti

Ultima modifica 03.12.2024

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