Alla ricerca di più ferie (retribuite)

Con l’estate alle porte, i preparativi per le vacanze procedono in fretta. Ma quando sono state introdotte le ferie? Come sono state ottenute e come si sono evolute nel tempo? In evidenza il contesto svizzero.

Le vacanze come le conosciamo oggi fanno la loro apparizione in Svizzera intorno alla fine del XIX secolo. Originariamente limitate a qualche giorno, sono accordate prima ai funzionari, poi agli impiegati e infine gradualmente anche agli operai dell’industria, rimasti per tanto tempo i fanalini di coda in materia, come scriveva indignata la Solidarité horlogère nell’agosto del 1901. Il settimanale sindacale di Bienne si chiedeva quando questa «misura igienica eccezionale» (le ferie) sarebbe diventata una regola generale di costume e anzi un diritto per tutti gli operai, ma riportava anche con soddisfazione che alcuni datori di lavoro «abbastanza ragionevoli» accordavano qualche giorno di «vere vacanze», ovvero di congedo pagato, ai loro impiegati.

Da eccezione padronale a diritto minimo

Tuffo ad angelo dalla piattaforma di una piscina all’aperto
Piscina di Baden, 1938 (foto: BN, Archivio federale dei monumenti storici: archivio Photoglob-Wehrli)

Originariamente lasciato a discrezione dei datori di lavoro, questo uso diventa vincolante nei diversi settori solo con i contratti collettivi e le diverse leggi cantonali del dopoguerra. Il diritto ai congedi pagati viene normalizzato a livello federale nel 1966 sulla scia della legge sul lavoro, che prevede due settimane di ferie. Il numero di settimane aumenta progressivamente stabilizzandosi a quattro nel 1984, cinque fino all’età di 20 anni (codice delle obbligazioni, art. 329a). Nella pratica però i contratti di lavoro e quelli collettivi propongono spesso qualcosa in più rispetto a questo diritto minimo.

Tempo libero e turismo

Il progresso dei diritti dei lavoratori va di pari passo con lo sviluppo del turismo, che cresce molto in Europa a partire dal trentennio glorioso. Una volta prerogativa delle classi agiate, i viaggi durante le vacanze diventano accessibili a un gruppo più ampio di persone grazie all’innalzamento del livello di vita e alla riduzione del tempo di lavoro. Il decollo dell’automobile ad uso personale e il miglioramento delle vie di comunicazione (autostrade, ferrovie, linee aeree) contribuiscono all’entusiasmo generale ampliando l’offerta di destinazioni raggiungibili, in particolare all’estero.

Nonostante la concorrenza internazionale molto spesso a miglior mercato, la Svizzera tiene duro. Oltre a essere scelta dai turisti stranieri, resta una meta privilegiata per i propri abitanti: un fenomeno ancora attuale, come testimoniano le statistiche alberghiere (nel 2019 il 45,3% delle notti era prenotato da svizzeri e svizzere, contro il 52,9% nel 1999).

Uno sviluppo contraddittorio

La sinistra e i sindacati proveranno ad estendere il diritto minimo alle ferie in due occasioni. Nel 1985 l’iniziativa per cinque settimane di ferie a partire dall’età di 40 anni è respinta in votazione popolare. Sul giornale Le Franc-Montagnard il comitato giurassiano contrario all’iniziativa allude al torto che l’approvazione del testo avrebbe arrecato ai contratti collettivi di lavoro e alle loro specificità, promuovendo invece lo status quo delle quattro settimane «che sembrano aver soddisfatto tutti».

Nel 2012 anche il testo che propone sei settimane di ferie viene rigettato dal popolo con il 66,5% di voti a sfavore. Gli argomenti sostenuti dal comitato promotore, come una migliore conciliazione tra vita lavorativa e privata e il miglioramento della salute degli impiegati, non hanno fatto centro. Le piccole e le medie imprese, che in Svizzera costituiscono la maggioranza, hanno visto in questa proposta a favore dei lavoratori un aumento insostenibile dei costi e hanno fatto pendere l’ago della bilancia dalla propria parte.

Sempre troppo brevi!

Nonostante lo sviluppo costante del mercato del lavoro, con la possibilità di lavorare a tempo parziale e con nuove modalità (orario di lavoro annualizzato, lavoro a domicilio ecc.), il risultato è sempre lo stesso: il rientro dalle vacanze ci lascia insoddisfatti. Questo sentimento basterà a far pendere l’ago della bilancia verso il sì la prossima volta, in caso di una futura votazione sul tema? Solo il tempo ce lo dirà.

Bibliografia e fonti

Ultima modifica 13.06.2022

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