Nel 1938 i nazionalsocialisti revocano la cittadinanza tedesca e i beni ad Alexander M. Kaiser, alias A. M. Cay, di professione grafico. Dopo varie tappe in Francia, nel 1943 l’uomo fugge in Svizzera dove prende parte a operazioni segrete, disegnando volantini per gli Alleati nel tentativo di convincere la popolazione tedesca dell’inutilità della guerra.
Di Karl Clemens Kübler
Alla fine degli anni Venti del secolo scorso, lo studio di grafica A. M. Cay a Berlino-Schöneberg è molto richiesto per la realizzazione di manifesti e materiale pubblicitario. Nel 1929 Alexander M. Kaiser alias «Cay», l’intraprendente uomo d’affari dietro il noto pseudonimo, artefice della ristrutturazione di uno dei più grandi teatri di Berlino, è all’apice della carriera. Non solo insegna grafica, ma fornisce consulenza a varie istituzioni pubbliche e lavora anche per clienti in Francia e negli Stati Uniti. Tutto però cambia nel 1933, anno in cui i nazionalsocialisti salgono al potere in Germania.
Pochi anni dopo, Kaiser si ritrova apolide e ormai in condizioni di precarietà economica. Così è costretto a trasferirsi prima in Francia e poi in Svizzera, passando da un campo di lavoro all’altro, disegnando la guerra dalla quale è fuggito: teschi, cadaveri e città bombardate.
Il Gabinetto delle stampe della Biblioteca nazionale svizzera conserva un numero significativo dei disegni di questo artista, un tempo affermato, i quali raccontano la singolare storia della sua fuga, dell’esilio in Svizzera e dell’impegno artistico contro il nazifascismo in Germania.
Da Berlino alla Svizzera, passando per Parigi

Nel 1943, poco dopo il suo arrivo in Svizzera, Kaiser inizia a realizzare segretamente dei disegni che l’«Office of Strategic Services (OSS)», l’apparato dei servizi segreti americani, utilizza nella lotta contro Hitler. A Berna fa infatti stampare dei volantini da distribuire in tutto il Reich tedesco. All’epoca, nella Svizzera politicamente neutrale, era come camminare sul filo del rasoio, in quanto era vietata qualsiasi produzione di materiale propagandistico. Nella capitale elvetica l’OSS si faceva passare come una sorta di servizio della communicazione dell’ambasciata americana, ma in realtà manteneva una vasta rete di contatti che si estendeva in tutta la Svizzera, fino alla Germania e all’Italia. Uno dei disegni di Kaiser mostra due soldati al fronte che parlano dialetto Berlinese ed esprimono la loro riluttanza nel continuare a combattere per una causa ormai persa.

Soprattutto dopo il fallito attentato a Hitler nel 1944, gli agenti bernesi vengono incaricati di fomentare ulteriormente il malcontento nella popolazione tedesca. I volantini di Alexander M. Kaiser hanno lo scopo di convincere la popolazione e i soldati tedeschi che portare avanti la guerra avrebbe solo causato ancora più vittime. Per questo sia le immagini che il testo dei volantini affrontano direttamente l’ingiustizia del sistema nazionalsocialista, i suoi crimini e l’arricchimento personale dell’élite dirigente.
Il volantino come strumento di propaganda

Purtroppo sono giunti a noi solo 66 disegni di volantini chiaramente attribuibili a Kaiser. Sono di una chiarezza che può risultare angosciante, ma la loro funzione era proprio questa, ossia mostrare gli orrori della guerra in modo crudo e sottolinearne l’insensatezza. Città distrutte, persone torturate e assassinate e caricature di noti funzionari costituiscono il repertorio principale di Alexander M. Kaiser. Anche se queste immagini venivano utilizzate per fomentare la rabbia e le fantasie di violenza contro Hitler e l’apparato del potere nazista, il loro scopo principale era convincere il popolo tedesco che sarebbe stato meglio arrendersi agli Alleati in avanzamento piuttosto che morire per il Führer.

Sebbene l’OSS avesse idee precise su quali messaggi dovessero essere trasmessi al Reich tedesco tramite lo strumento del volantino, i disegni evidenziano anche il particolare linguaggio formale di Alexander M. Kaiser, rivelando la sua versatilità come disegnatore e la sua fantasia, anche in un genere apparentemente semplice come il disegno di propaganda. Contrapponendo la figura stilizzata del grande Führer alla ricchezza di dettagli degli scheletri delle sue vittime, l’artista preannuncia l’imminente liberazione: la macchietta del dittatore scomparirà presto e i posteri giudicheranno le sue azioni.
Arrivo a Zurigo
Oggi non è più possibile ricostruire il raggio di diffusione dei volantini e il loro effetto sulla popolazione tedesca. Dopo la fine della guerra, Alexander M. Kaiser si è stabilito a Zurigo dove ha lavorato come caricaturista e grafico pubblicitario con lo pseudonimo di A. M. Cay. Fino agli anni Sessanta ha continuato a ritrarre i potenti del mondo per la rivista «Sie & Er» e soprattutto per il settimanale illustrato «Nebelspalter».
Alexander M. Kaiser, alias A. M. Cay, nasce il 20 settembre 1887 a Vienna. Secondo quanto da lui stesso dichiarato, sarebbe stato di nazionalità ceca e poi tedesca prima di diventare apolide negli anni Trenta del secolo scorso. Dopo essersi formato a Vienna come pittore e aver lavorato nei teatri di Londra, si trasferisce a Berlino prima dello scoppio della Prima guerra mondiale. Qui apre un proprio studio e lavora come grafico pubblicitario indipendente e architetto con lo pseudonimo di A. M. Cay. Nel 1929 riceve l’incarico di ristrutturare il teatro Plaza di Berlino. Nel 1938 fugge dal nazionalsocialismo e si rifugia in Francia, dove all’inizio della guerra viene internato in vari campi di lavoro, finché non si trasferisce in Svizzera all’inizio del 1943. Dopo aver lavorato come insegnante di disegno, dal 1946 realizza regolarmente delle caricature per le riviste «Sie und Er», «Nebelspalter» e altre pubblicazioni. Alexander M. Kaiser muore a Zurigo nel 1971.
Bibliografia e fonti
- Klaus Kirchner; Michel Girard (Hrsg.): Flugblätter aus Frankreich 1939, 1940. Erlangen: Verlag D + C, 1981.
- Klaus Kirchner: Erotische Flugblätter in Europa im 20. Jahrhundert. Erlangen: Verlag D + C, 2010.
- Christof Mauch: Schattenkrieg gegen Hitler: das Dritte Reich im Visier der amerikanischen Geheimdienste 1941 – 1945. Stuttgart: Deutsche Verlags-Anstalt, 1999.
- Moritz Rauchhaus, Tobias Roth (Hrsg.): Eine Sammlung amerikanischer, britischer, deutscher, französischer und sowjetischer Feindflugblätter des Zweiten Weltkriegs. Berlin: Verlag Das Kulturelle Gedächtnis, 2020.
Ultima modifica 07.04.2025
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