Un incisore nel regno del colore

Il bernese Hans Eggimann era un artista poliedrico. Dopo essersi inizialmente occupato di architettura, dal 1910 si dedicò sempre più alla grafica e in special modo all’acquaforte. È in questa tecnica che riuscì a esprimersi al meglio e ad affinare il tocco inconfondibile con cui si fece conoscere a livello nazionale e, grazie agli ex libris, addirittura internazionale. Le stampe calcografiche di Hans Eggimann spiccano per la cura dei dettagli e la fantasia delle raffigurazioni: a volte giocosamente fiabesche, altre con un tono cupo e riflessivo, ma sempre caratterizzate da un sottile umorismo satirico.

Di Lisa Oberli

In questa acquaforte, Hans Eggimann ritrae sé stesso nel suo laboratorio, circondato da vari strumenti di lavoro. Alla parete sono appese alcune delle sue opere.
Hans Eggimann (1872–1929), Mein Atelier, 1917, acquaforte e acquatinta su carta velina

L’autoritratto «Mein Atelier», realizzato nel 1917 sulla base di una fotografia, raffigura Hans Eggimann in camice da lavoro durante un momento di estrema concentrazione al torchio calcografico. L’atmosfera è quasi magica: immerso nei suoi pensieri, l’artista contempla una copia di «Der Sieger» del 1915, opera simbolica della sua critica alla guerra, mentre in secondo piano un’altra copia della stessa opera, quasi sorretta da una mano invisibile, vola fuori dal torchio in apparenza fermo. Sul piano di stampa si scorge la lastra di rame incisa con cui sono state impresse le due stampe e sullo sfondo un tavolo con alcuni strumenti per l’incisione. Alla parete sono appese altre stampe dell’artista: «Das Verlangen» (1910), «Die Verleumdung» (1911) e «Der Bürokrat» (1912), tutte opere chiave della sua produzione grafica degli anni precedenti. Inserendo enigmatiche creature fantastiche e la testa di un morto dallo sguardo tetro, Hans Eggimann trasforma il suo laboratorio in un palcoscenico per il suo universo interiore, popolato anche da demoni e messaggeri di morte.

Questa acquaforte raffigura un giovane artista con un camice da lavoro bianco, chino su un tavolo dove poggia un disegno a quadri. Sotto, sul pavimento, è presente un cestino dei rifiuti stracolmo di carta.
Hans Eggimann (1872–1929), Der Radierer, 1910, acquaforte e acquatinta su carta velina

Anche «Der Radierer» del 1910 illustra magnificamente il meticoloso e silenzioso processo creativo della stampa d’arte, ma qui a fare da protagonista è la fase iniziale di realizzazione della matrice. A occuparsene con dedizione è un giovane artista con un camice da lavoro bianco, chino sopra a un tavolo su cui poggia un disegno a quadri. A terra, un cestino dei rifiuti stracolmo di bozze incompiute dà concretezza ai dubbi interiori.

Pittore-incisore e tipografo

L’ex libris per Georg Bein in diverse varianti di colore.
Hans Eggimann (1872–1929), ex libris Georg Bein, 1912, acquaforte e acquatinta su carta velina, diverse varianti di colore (foto: biblioteca centrale di Zurigo, centro di digitalizzazione)

L’opera grafica di Hans Eggimann si contraddistingue per la solitudine tipica della creazione artistica e l’alternanza tra idee brillanti e dubbi logoranti. Creatore solitario, era ideatore ed esecutore di ogni suo progetto, dall’idea iniziale alla realizzazione concreta: il più delle volte si occupava infatti personalmente di cercare le immagini, produrre il modello, incidere la lastra di rame e stampare. Hans Eggimann si inserisce quindi nel solco della tradizione dei pittori-incisori, artisti e artiste il cui lavoro è caratterizzato da un legame particolarmente stretto tra idea, progetto ed esecuzione artigianale.

Non è chiaro se Hans Eggimann abbia imparato la tecnica da Albert Welti (1862–1912), allora massimo esponente svizzero dell’incisione, oppure se si sia fatto ispirare dalla ricchezza di idee di quel personaggio solitario che tanto ammirava. Ciò che è certo è che anche Hans Eggimann, proprio come quest’ultimo, venne spesso percepito come antiquato dagli artisti e dalle artiste della sua epoca e che le sue opere furono ritenute anacronistiche e bizzarre, non particolarmente degne di attenzione. In alcuni ambienti colti fu invece proprio la sua ferma individualità a essere apprezzata e interpretata come protesta silenziosa contro il conformismo artistico. Hans Eggimann si dedicò anche all’arte degli ex libris, per la quale, diversamente da Albert Welti, nutriva una particolare ammirazione.

Un tripudio di colori in formato ridotto

L’ex libris musicis per Alice Elsener in sette diverse varianti di colore.
Hans Eggimann (1872–1929), ex libris musicis Alice Elsener, 1912, acquaforte e acquatinta, diverse varianti di colore (foto: biblioteca centrale di Zurigo, centro di digitalizzazione)

Nell’arco della sua vita Hans Eggimann creò per sé, per gli amici e per committenti privati e istituzionali un totale di 97 ex libris diversi, alcuni con una densità pittorica e intellettuale tale da avvicinarli alle stampe artistiche originali. Un elemento degno di nota in questi piccoli contrassegni usati per indicare la proprietà di un libro è l’uso sperimentale dei colori. Di quasi tutti, e in particolare di quelli realizzati mediante acquaforte e acquatinta, esistono infatti numerose varianti con differenze sia molto evidenti, sia limitate a delle sfumature, a testimonianza del fatto che per Hans Eggimann la colorazione delle lastre calcografiche era un elemento creativo a sé stante. Una caratteristica che rende alcuni dei suoi ex libris dei pezzi unici, aumentandone ulteriormente il fascino e il valore collezionistico. Torna quindi alla mente l’autoritratto descritto all’inizio, nel quale l’artista, inserendo l’elemento del torchio, si presenta non solo come incisore, ma anche come tipografo abile con i colori: una chiara rappresentazione dell’immagine che Hans Eggimann aveva di sé.

Hans Eggimann (1872–1929), bernese, lavorò come architetto, pittore e grafico. Dopo gli studi a Dresda e Parigi tornò nella sua città natale, dove collaborò alla costruzione del ponte Kornhausbrücke e all’allestimento interno del Palazzo del Parlamento. Dal 1919 si dedicò sempre più alle arti visive, in special modo alla tecnica dell’acquaforte. Realizzò numerose opere con contenuti satirici o frutto della fantasia, tra cui gli ex libris, che gli valsero il prestigio internazionale. Cofondatore del giornale satirico «Berner Bärenspiege», morì suicida nel 1929.

Bibliografia e fonti

Ultima modifica 29.07.2025

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