«Tra dove piove e non piove» è il libro d’esordio di Anna Felder. Scritto in pochi mesi tra l’autunno del 1969 e la primavera del 1970 e uscito subito in traduzione tedesca, viene pubblicato in versione originale solo nel 1972.
Il decennio compreso tra gli anni Sessanta e Settanta inaugura un nuovo periodo per la letteratura di lingua italiana in Svizzera: la produzione in prosa, ed è questa la tesi dell'autorevole Gianfranco Contini, diviene a tutti gli effetti «contemporanea» alla letteratura italiana d'Italia. Risale infatti a questi anni la pubblicazione di opere che non solo tengono il passo con la produzione italiana contemporanea, ma incontrano pure i favori del pubblico e della critica, come ad esempio L'anno della valanga di Giovanni Orelli (1965), recensito da Vittorio Sereni, e La disdetta di Anna Felder (1974), apparsa presso Einaudi con i favori di Italo Calvino.
Il progetto Pratiche d'autore vuole indagare questa ricca ma ancora poco studiata fase storica, e si propone di farlo a partire dalla documentazione di tre prosatori svizzeri particolarmente attivi in quegli anni: Plinio Martini (1923-79), Giovanni Orelli (1928-2016) e Anna Felder (1937). Tutti e tre, pur mantenendo un forte legame tematico e stilistico con la loro terra d'origine, scelgono consapevolmente di distanziarsi dagli stereotipi della «letteratura regionale» secondo un approccio che si vuol far proprio anche di questo progetto.
Per studiarne i fondi d'archivio ci si avvarrà della variantistica di scuola italiana e della critique génétique di marca francese, due metodi critici diversi e complementari di approccio al testo e all'avantesto, cercando in questo modo di coprire tutto lo spettro della ricerca filologica. Il cuore del lavoro d'équipe consisterà però nella messa a confronto dei dati emersi in un'ottica intertestuale. Il gruppo procederà alla verifica di letture trasversali già tentate dalla critica (tematiche quali la morte, la montagna, la catastrofe, gli oggetti del quotidiano e stilemi come l'uso del dialetto o delle altre lingue federali) e cercherà di aprire altre piste, con lo scopo di contribuire, a partire dai risultati di questo lavoro, al dibattito sulla «letteratura della Svizzera italiana».
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