
Per la legge federale sul diritto d’autore «sono opere indipendentemente dal valore o dalla destinazione, le creazioni dell’ingegno letterarie o artistiche che presentano un carattere originale». La revisione della legge da poco in vigore specifica che «le rappresentazioni fotografiche e le rappresentazioni di oggetti tridimensionali ottenute con procedimenti analoghi a quello della fotografia sono considerate opere anche se non presentano un carattere originale». Talvolta senza neppure farci caso, tramite una foto o un manoscritto, il mondo della letteratura incrocia molte sue strade con quelle del diritto, a partire dall’interpretazione di un testo. È ad esempio attorno a quel «carattere originale» regolamentato che si muovono i contributi di questo numero di Passim.
Cosa si nasconde dietro al segno di copyright che appare nelle pubblicazioni? Chi detiene i diritti di un manoscritto? E a chi bisogna chiedere per avere una copia di una lettera o per pubblicarne il contenuto? Sono solo alcune delle domande che si pone chi si occupa di ricerca. A queste si aggiungono quelle che scrittrici e scrittori si pongono in relazione alla propria opera. Argomenti complessi e densi di sfumature per il quale ci siamo avvalsi delle voci qualificate di Dario Jucker, Ivan Cherpillod e Oliver Waespi, giurista dell'Ufficio federale della cultura. Non mancano infine le autrici e gli autori in una galleria fatta di contratti, studi in legge e copyleft, oppure Ingeborg Kaiser che in un suo romanzo ha anticipato le indagini della polizia.
Passim 25 | 2020 (PDF, 3 MB, 07.09.2020)Bulletin des Schweizerischen Literaturarchivs | Bulletin da l’Archiv svizzer da litteratura | Bollettino dell’Archivio svizzero di letteratura | Bulletin des Archives littéraires suisses
Ultima modifica 06.07.2020