In settembre 2011: Remo Fasani

La poesia «si fa da sé, per sé, naturalmente» 
In questa antologia ancora in parte inedita il tempo della poesia «è quello dell'estate o dell'anno e della vita nella sua pienezza» e si conferma l'attenzione del poeta alla metrica, ai numeri e al ritmo, il tutto in funzione di un discorso esistenziale. «Novantanove poesie - o strofe di un poema - di nove novenari ciascuna: ecco la sfida che lanciavo a me stesso e che poi avrei vinto». Remo Fasani sorprende cogliendo l'essenziale dal quotidiano, a volte anche in modo indefinito, ma deciso. «Il puro sguardo sulle cose», per dirla con il titolo della pubblicazione bilingue a cura di Christoph Ferber in cui sono riportati e tradotti in tedesco la maggior parte dei «Novenari».

 

1.
Che fare? Come dare un senso
al poco tempo che mi resta
da vivere, da essere vivo?
Comporre versi è forse cosa
ancora da tentare, intatta?
Sì, come un'ultima avventura
che mi porti non vedo dove
e sia, insieme, un testamento
e con il numero del nove.

2.
Stupita estate, la presente.
Dopo un assalto intempestivo
di canicola, ha fatto freddo,
quassù perfino è nevicato.
Ora si libra a poco a poco
la bilancia del tempo, e sosta,
alfine immobile, al suo zenit.
Ora la poesia può farsi
da sé, per sé, naturalmente.

3.
Quale sarà il suo primo tema,
quello che erompe dall'attesa
e ne porta il tremore occulto?
È uno solo, è questo istante
di grazia, in cui decade il limite
tra me e me, tra me e il mondo
e tra il silenzio e la parola.
In cui respira, nell'aperta
stanza del cuore, l'infinito.

 

«Vedute» in ottobre 2011: Erica Pedretti

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