Alberto Nessi

Dal Ticino a Lisbona, ogni piede vorrebbe essere ala

di Daniele Cuffaro

© Simon Schmid
© Simon Schmid

A Lisbona si trovano Piazza José Fontana e la libreria Bertrand, la più vecchia al mondo ancora aperta. Due luoghi storici della capitale portoghese, apparentemente lontani, ma fortemente correlati al Ticino. Il perché lo si scopre in La prossima settimana, forse, romanzo in cui Alberto Nessi ha seguito le orme di Giuseppe Fontana, detto José, partito dal Mendrisiotto e finito nella Storia portoghese.

«Mi chiamo José, ho trentun anni, faccio il libraio a Lisbona. Sono malato di polmoni e voglio cambiare il mondo.» Dietro a questa autopresentazione del protagonista si nasconde una vita intensa. Nato nel 1840 a Cabbio, piccolo villaggio della Valle di Muggio, José Fontana è figlio di Maria Clara Bertrand Bonardelli, discendente della famiglia di librai Bertrand, insediatisi a Lisbona.

Sotto la gestione di José Fontana, la Livraria Bertrand diventa luogo d'incontro, confronto e aggregazione. Lì stringe forti amicizie con personalità di spicco come Antero de Quental e Eça de Queiroz cosicché, tra i caffè letterari del Chiado e le mura della libreria, cultura e ideologia si amalgamano: «Bisogna fare la rivoluzione, per  migliorare l'uomo. Il piede deve diventare ala: la prossima settimana, forse...»  Una dichiarazione d'intenti  che José Fontana fa sua redigendo gli statuti del movimento operaio e ponendosi tra i fondatori del partito socialista portoghese.

Personalità forte e allo stesso tempo tormentata, José Fontana trova rifugio in un «forse» che trasmette speranze tutte da decifrare. Sensazioni senza tempo rappresentate da un personaggio che, memore della sua esperienza di libraio-sindacalista, ci ricorda come la letteratura debba aiutare le persone a conoscere il mondo. Un auspicio che Alberto Nessi fa suo, facendo rivivere la Valle di Muggio attraverso la vita di un emigrato, al quale le onde del Tago che luccicano nelle giornate di vento rammentano l'erba della sua valle e a cui piace tenere sulla sua scrivania una frase: «ogni piede vorrebbe essere ala».

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